sabato 28 agosto 2010

CEFALONIA: TRA TERRA E MARE!


Partimmo verso Luglio con gli zaini sulle spalle… destinazione un’isola lontana della Grecia, intorno a noi soltanto mare, salsedine… L’isola è un minuscolo puntino in mezzo al niente, distante dal rumore di una civiltà invadente. L’euforica incertezza di viaggiare sopra a un autobus che a malapena si reggeva in piedi. Vedi gli ulivi cullati dal Meltemi, le facce consumate e antiche dei vecchietti di una paese bianco, arrampicato alla montagna di roccia, e di Mediterraneo! C’era il sole, c’era il mare, c’era tutto quello che volevo avere… C’era il sole, c’era il mare… il mare. C’era il pane, c’era il sale e tutto quello che potrei desiderare, c’era il sole, c’era il mare e poi… c’eri tu! Aspettavamo l’alba sulla spiaggia, dalla Taverna un sottofondo di Sirtaki e di preghiere, scoperta di sapori nuovi, davanti a quel bicchiere di Retina e un’insalata greca. Le chiacchierate con la gente più diversa capitata in quell’angolo sperduto della terra” (“L’isola” di S. Cristicchi).


Ecco il nostro primo vero viaggio all’estero… destinazione: Cefalonia in Grecia. Molti non la conosceranno affatto, molti, invece, ci saranno stati o l’avranno vista grazie al film “Il Mandolino del Capitano Corelli” che con Nicholas Cage ha portato sugli schermi i paesaggi incantati di questa meravigliosa isola.

Come abbiamo scelto questo viaggio? Beh, dobbiamo ringraziare ALESSIA che dalla “DOSOLINA” di Ronchi dei Legionari (GO) e con la sua sapiente dote di simpatia e professionalità ci ha proposto questa meta, per noi, fino a quel momento, poco nota. Dopo aver prenotato il viaggio a marzo 2009 (eh sì, abbiamo fatto le cose con largo anticipo!), il 5 luglio 2009 eravamo pronti e trepidanti per la partenza.


1° giorno: Aeroporto Ronchi dei Legionari (GO), 05.07.2009 ore 11.55: SI PARTEEE!


Dopo un ritardo di mezz’ora (dovevamo decollare alle 11.25), finalmente l’aereo lascia la terra goriziana e inizia il suo viaggio verso la nostra isola. La compagnia che ci seguiva durante il viaggio era l’Intelekta di Lubijana: personale abbastanza cordiale che c’ha gentilmente cibato con un panino “al volo” perché… non ci vedevamo più dalla fame! Dopo un paio d’orette siamo giunti sopra Cefalonia: che vista spettacolare da lassù… vista che ha intrattenuto i nostri occhi per buoni cinque minuti, in quanto l’aereo ha dovuto fare qualche giro di ricognizione prima di atterrare… e vi assicuriamo che le turbolenze e i vuoti d’aria facevano perdere la voglia di restare lì… sospesi! Finalmente giunti a terra, un pulmino ci ha portato al nostro HOTEL “IRINNA” a SVORONATA nella parte sud dell’isola.



 Camera 305, al secondo piano con vista sulla piscina, sul mare e… uno scorcio di vista dell’aeroporto. Eh sì, perché l’hotel dove abbiamo soggiornato non si trova molto distante dalla pista di atterraggio e spesso è capitato di vedere gli aerei passarci davanti. Fastidiosi? Mah, non eccessivamente anche perché alla fin fine abbiamo trascorso poco tempo in hotel… la vita era fuori e ci stava aspettando..


Dopo aver avvisato a casa di essere arrivati sani e salvi, ci siamo gettati a capofitto in piscina: bella, pulita, grande e… solo per noi! Goduto il meritato riposo, era tempo di assaggiare la cucina locale e di vedere che cosa lo chef dell’albergo ci avrebbe preparato per la cena. Uhm, buffet buono, abbondante e dopo il terzo giro di pietanze abbiamo smesso di contare le porzioni. L’unica nota da tenere presente per chi dovesse trovarsi ad andare all’Hotel Irinna a Cefalonia è che il bere, essendo l’acqua molto preziosa sull’isola, è a pagamento: 1,20 euro per un litro e mezzo!
Conclusa la cena, siamo andati alla ricerca del centro di Svoronata, il minuscolo paesello dove alloggiavamo. Esito? Non esiste un vero e proprio centro con una piazza come foro d’incontro! Infatti bisogna sapere che nel 1953 un tremendo terremoto ha distrutto praticamente tutta quanta l’isola, quindi, non aspettatevi di vedere grandi resti storici di un tempo perché non ce ne sono affatto. Cefalonia è un’isola ricostruita e abbastanza recente per quanto riguarda le sue costruzioni, ma si può dire che conserva uno spirito greco d’altri tempi! E’ selvaggia, naturale, intatta… un posto dove puoi non trovare il centro del paese, ma dove gli ulivi crescono rigogliosi, dove puoi scorgere grotte e crateri sotterranei naturali d’acqua, spiagge di ciottoli bianchi e un mare cristallino. Quello che c’è a Svoronata è un’infinità di Taberne (da magnar no manca!), un solo supermarket “Sagittarius” (con un titolare troppo forte! “γειά σου” a te!)



e 2 autonoleggi di cui uno chiamato “Greekstones” (che vi consigliamo). Avete presente i “Flintstones”? Bene, loro solo… greci! Un’altra chicca di Svoronata è il meraviglioso INFOPOINT.






Dicesi “Infopoint” = baracca in legno aperta sui 4 lati e abbandonata nella sterpaglia a ridosso della strada con affisse numerose carte geografiche dell’isola fermate da enormi graffette 3 per lato. La probabilità di staccarle senza strapparle è pari a zero… ma anche questo ha il suo fascino.

 

2° giorno: relax totale!

Dopo una notte un po’ insonne causa troppa stanchezza, abbuffata e italiani che parlavano ad alta voce (se fasemo riconosere ovunque!) ci siamo alzati per la nostra colazione: pane, burro, marmellata seguiti da formaggio ed affettati. Una bomba! Ma bisogna calcolare che saltavamo il pranzo… quindi...

Durante la nostra seconda giornata a Cefalonia ci siamo goduti il relax più assoluto stando in piscina ed essendo decisi ad abbronzarci il più possibile. Unti di crema solare con protezione 6 siamo riusciti nell’impresa di ustionarci “un po’” le spalle… impresa in cui solo pochi riescono… tra cui noi! Scherzi a parte… semo rosi come i gamberi.
Oltre al cloro della piscina e al sole diurni, durante la serata, armati di scarpe da ginnastica e voglia di camminare, abbiamo esplorato l’altra parte di Svoronata passando per Ammes Beach e l’Astra Village. Il centro a dire il vero non l’abbiamo trovato neanche da qui, ma abbiamo avuto degli incontri ravvicinati con la fauna locale: pipistrelli, grilli a volontà, tortore, numerosi gatti, due cani uno dei quali ci è corso incontro scodinzolando per farci le feste, e un pony legato a bordo via.
L’intera giornata al sole e la passeggiata, a dir poco “chilometrica”, ci ha resi stanchi e senza forze… sigh. Una volta in albergo ci siamo seduti a bordo piscina, illuminata di notte, sorseggiando mondanamente (= tracannando “a canna” per la sete) una fresca bevanda al limone. Che dolce ristoro!!!

 
3° giorno: Argostoli
 
Tutti belli abbrustoliti ci siamo alzati per la solita abbuffata mattutina continentale. Decisi nell’evitare la piscina per via delle bruciature alle spalle, abbiamo optato per una visita ad Argostoli, capoluogo di Cefalonia ed Itaca. L’autobus che ci avrebbe condotto lì, sarebbe dovuto arrivare nel parcheggio dell’Irinna hotel alle 10.30 circa del mattino.. che sono diventate in realtà le 11.00 per via del ritardo dell’autista.
Non avevamo nemmeno ancora pagato il biglietto (1,40 euro a testa) che l’autista già faceva manovra per ripartire e recuperare il tempo perduto: con una mano girava il volante e con l’altra ci dava il resto… una scena tutta da ridere e da mettersi anche le mani nei capelli (pochi quelli di Ale!). Era già sulla strada correndo come un matto e suonando il clacson a chi arrivava, quando noi, cercando di stare in piedi, ci aggrappavamo ai sedili in cerca di un posto.
I paesaggi che si offrivano ai nostri occhi erano stupendi, ma sfilavano via un po’ troppo veloci anche solo per scattare una foto… chissà perché. Quindi, attenzione gente, se prendete gli autobus del luogo, o siete Tarzan o non c’è speranza di sedervi prima che il mezzo sia partito…
Giunti sani e salvi al capoluogo, ci siamo diretti verso la strada litoranea circondata da pescatori, gabbiani in cerca di cibo, tartarughe in acqua e palme in ogni dove. Abbiamo visto il pittoresco ponte di Drapanos che unisce il porto di Argostoli con la costa opposta dell’isola. Il ponte chiamato anche di De Bosset prende il nome dal soldato svizzero, al servizio dell’esercito britannico, che lo costruì nel 1813. La sua antica struttura era in legno e serviva a collegare la parte opposta della laguna di Cutavos con Argostoli. In seguito è stato ricostruito interamente in pietra ed è tutt’ora funzionante ed utilizzato. La sua lunghezza è di circa 900 metri, a metà strada trova posto il noto obelisco che lo simboleggia. Per quanto il ponte sia zona esclusivamente pedonale, si possono osservare numerosi motorini attraversarlo a velocità sostenuta scansando i pedoni e sbucando sulla litoranea senza dare precedenza alcuna a chi arriva dalla strada principale. PS: i motociclisti hanno l’obbligo imposto di NON indossare il casco! scherziamo ovviamente… ma ce ne fosse uno con l’helmet in testa! Quindi προσοχή gente (attenzione!), προσοχή.
Abbiamo visto, inoltre, il club nautico, la dogana, la capitaneria di porto, la piazza Valianou e il viale pedonale centrale. Una visita l’ha meritata la Chiesa di Haghios Spyridonas (S. Spiridione), con l’eccezionale Templon dorato scolpito in legno, la quale si trova nel Lithòstroto, la strada commerciale della città. Abbiamo acceso due candele in cera (e due le ghemo trafugade per ricordo!).



Alle 14.00 circa abbiamo ripreso l’ultima corsa possibile per tornare all’Irinna (dopo quell’ora, infatti, o prendi un taxi o te la fai a piedi!). L’autobus era guidato dallo stesso autista che sembrava non avere più la fretta dell’andata. Cosa importante che abbiamo notato è che le fermate esistevano, ma le persone potevano salire e scendere anche in qualsiasi altro posto desiderato… non proprio come succede da noi dove se un millimetro di ruota dell’autobus è fuori dalla linea gialla non ti prendono più su!

Una volta tornati all’hotel ci siamo accorti che due delle numerosissime rondini volanti lì intorno avevano fatto il nido sul tetto del nostro balcone… che tenerezza sentire cinguettare i piccoli!



Una doccia ristoratrice ci ha permesso di lanciarci verso la nostra cena (ma no se capise che semo do magnoni!) che è stata molto ricca, non solo per il cibo, ma anche per la compagnia: infatti ben 9 vedove super allegre hanno fatto irruzione nella nostra sala da pranzo. Aggiungiamo “nere” e con tanto di velo in testa, affamate e sprecone più che mai tanto da mettere l’anguria sopra le patatine fritte.. non c’è limite al peggio!!!
Il dopo cena è stato molto interessante: abbiamo finalmente ordinato/prenotato la Matiz (la macchina che va per la maggiore a Cefalonia) da Greekstones per giovedì 9 alle ore 20.30 (costo: 212,00 euro per una settimana e ce la portano direttamente all’Irinna). Il titolare del posto è davvero una persona deliziosa: ci ha fornito della cartina stradale necessaria per girare l’isola e ci ha spiegato come poter suddividere/scaglionare le nostre visite per coprire la settimana e tutta Cefalonia senza perdere nulla! Testato e consigliato a chi volesse noleggiare una macchina lì! Dopo aver salutato l’omino, abbiamo deciso di tornare per la terza sera di seguito al Sagittarius (senza macchina lì vicino a Svoronata non c’è molto da vedere e calcolando che sei stanco morto per la giornata al sole e al mare dalle 9.30 del mattino, una passeggiata tranquilla va benissimo) prendendo lo “Spirulo”. Dicesi “Spirulo”= ghiacciolo su uno stecco in plastica verde avvitato che, leggendo la confezione, avrebbe dovuto contenere un meraviglioso braccialetto (ne esistevano ben 100 tipi diversi!). Ciuccia che te ciuccia, il ghiacciolo era finito, ma del braccialetto neanche l’ombra. A priori lo stecco di Deborah è volato, prendendo inaspettatamente vita tra la sterpaglia a fondo strada. Probabilità di ritrovarlo? Nulla. Al contrario lo stecco di Alessandro si rivelò contenere qualcosa. Ma cosa? Un braccialetto di plastichetta rosso/arancione di dubbia bellezza e consistenza. A questo punto: dai calcoli e dagli studi effettuati dal diario di bordo abbiamo riscontrato che per quanto ci siano state delle differenze riguardo l’impulsività (Debby VS Ale), nella medesima situazione e a parità di condizioni il risultato è stato il medesimo: stecco con braccialetto volato nella sterpaglia. Commento a caldo di uno dei due componenti del viaggio (non facciamo nomi per rispetto: ALE!): “Scusa amor ma el braciaeto faseva cagar!”.
Dopo il nostro apprezzamento sullo Spirulo, siamo tornati all’Hotel e ci siamo addormentati dopo un dolce καληνύχτα (= buonanotte).

 
4° giorno: relax relax relax

Καλημέρα (= buongiorno) a tutti! Questa mattina abbiamo provato le brezza del supertostapane elettrico a loop continuo della sala da pranzo: fa dei toast che sono la fine del mondo. Come ogni mattina ci siamo strafogati di ogni ben di Dio… sembriamo gli Unni che scendono per fare razzia e tranciamo chiunque si metta sul nostro cammino!. Oggi è l’ultimo giorno che trascorreremo qui in albergo perché da domani… VIAAA noi con la macchinina a girare tutta l’isola alla ricerca di esaltanti avventure, almeno si spera!
A leggere sto diario sembra un viaggio fantozziano, ma in realtà non è così: è solo che ci piace enfatizzare/ironizzare su situazioni assurde, negative e paradossali. Quindi non preoccupatevi…!! In realtà ci stiamo rilassando tantissimo e ci stiamo divertendo assaporando ogni piccola sorpresa che questi giorni cefaloniani ci stanno donando.
La nostra passeggiata serale non è stata molto lunga oggi in quanto eravamo abbastanza stanchi per tutta la giornata trascorsa a prendere il sole e a nuotare, nuotare, nuotare e ancora nuotare. Appena usciti dall’hotel una nonna greca con i suoi nipotini ci ha consegnato un biglietto da visita di locali (taberne) lì vicino, ovvero LA LOCA, LA CALMA e LUCKY STRIKE tutti a Svoronata. Niente di che, però comunque ravvivano la località con la loro musica e le palme colorate. Sì, colorate perché hanno addirittura le luci stroboscopiche. Siamo passati di nuovo davanti al meraviglioso Infopoint-casupola che, non ci crederete, ma è stato aggiornato con nuovi depliant e coupon: pazzesco! Poco prima di arrivare alla casupoletta, però, abbiamo recuperato i braccialetti di “dubbia bellezza e consistenza” a cui avevamo fatto prendere il volo ieri sera: non potevamo inquinare così l’ambiente e dovevamo dare testimonianza delle nostre stupidate notturne. Anche questa sera non poteva mancare la nostra tappa da Sagittarius: crema protezione 6, limonata e… lo SPIRULO COOL (una new entry). Dicesi “Spirulo Cool”= calippo che, a differenza del nome, non è niente male.
Tornati all’albergo vicino alla piscina chi ti troviamo? CAPPUCCINA… una cagnolona che non si chiama così, ma l’abbiamo soprannominata noi dato il colore del pelo.



Deve aver subito un incidente in quanto ha la schiena e una zampina mal messe… però è dolcissima ed è subito corsa per farsi fare due coccole! Non sembra essere di nessuno. È scappata, è stata abbandonata, o… chissà! Le abbiamo dato da bere da un posacenere e quando è stato il momento di tornare in camera quasi quasi veniva con noi in ascensore, piccolina.

 
5° giorno: Habemus Machina!

Stamattina dopo colazione mentre stavamo andando in piscina abbiamo incontrato Cappuccina che ci ha fatto le feste e ci ha seguito fino ai lettini. Si è seduta un po’ con noi, ha bevuto l’acqua che di nuovo le abbiamo dato (lì nessuno le dà niente) e poi ha fatto su e giù in cerca di fresco. Ad un certo punto l’abbiamo vista sbirciare un po’ troppo in mezzo all’erba, infatti stava prendendo una pallina verde di quelle che rimbalzano. Gioca che ti gioca, l’ha fatta cadere in piscina! Alessandro si è tuffato per recuperarla e lei lo aspettava sul bordo che risalisse… che tesoro!

Habemus Machina: Matiz Chevrolet color verde acqua!


 Prima di lasciarcela abbiamo firmato il contratto di noleggio e ci sono state mostrate tutte le funzionalità del mezzo. L’aria condizionata c’è e c’è pure la radio che trasmette musiche italiane… da non crederci. Dopo le foto di rito davanti alla macchina (bella, ma, soprattutto molto PULITA!), siamo partiti alla volta di Argostoli. All’andata ha guidato Debby che pensava i freni e la frizione fossero tremendi, invece no, mentre al ritorno ha guidato Ale che si trovava a suo agio abituato com’era con la Pandina rossa ormai defunta. Ci siamo ricordati tutta la strada con precisione (quella fatta con il pullman) e arrivati alla Litoranea abbiamo anche trovato subito parcheggio sulle righe bianche e senza pagare nulla. Tenete presente, infatti, che dalle 21 di sera parcheggiare in quella zona è gratuito. Questi sono gli orari a pagamento del parcheggio di Argostoli davanti alla Litoranea: 8.30-14.30 e 17.30-21.00. Quanto costa il ticket? Nessuna insegna lo indicava!
La capitale alla sera sembra tutt’altra città: vento fresco, negozi aperti ovunque, gente in ogni dove, tutto al contrario di com’è di giorno (caldo afoso infernale e allucinante, negozi semiaperti e della gente nemmeno l’ombra). Al ritorno ci siamo fermati in un supermercato a Lassi dove vendono tantissima oggettistica da regalo (da consigliare, ma ahimè non ci ricordiamo il nome!).

 
6° giorno: Fiskardo, Assos, Myrtos

Oggi è il compleanno di Attila. Per chi non lo conoscesse è il nostro meraviglioso e pazzo coniglietto di 4 anni! Auguri cucciolo!!!



Questa mattina ci siamo alzati alle 8.10 e alle 9.00 eravamo già in viaggio alla volta di FISKARDO. La strada per arrivarci non è stata delle più semplici sia per le condizioni del cemento che per la mancanza di insegne stradali (e quando presenti molto poco comprensibili). Nonostante ciò, la vista dei panorami era incantevole: terreni brulli, mare blu-turchese, brezza marina che accarezza il mare… un gregge intero di pecore che ha invaso la strada correndo e cacando ovunque.. molto caratteristico e… divertente!!!
Verso le 11.30 circa siamo arrivati a Fiskardo, un bellissimo villaggio (molto “inn” rispetto al resto delle città) dove domina l’architettura presismica dell’isola. I negozi sono molteplici così come anche le taverne, i bar e le barche a vela attraccate nel porto. Questa cittadina è un tipico villaggio di pescatori dove, oltre agli yacht si possono trovare pescherecci ovunque. Sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più. In un negozietto piccolino e interrato abbiamo comprato le cartoline spedite alle nostre persone care, una barchetta tipicamente souvenir-turistica, ma che ci piaceva, ed, inoltre, una piccola icona di S.GERASIMO, protettore di Cefalonia e dei folli e un occhio di Allah (semplice portafortuna). Dopo una sosta in questa cittadina e dopo averla girata in lungo e in largo, ci siamo spostati verso ASSOS.




Il mare qui ha dei colori molto particolari soprattutto nel porticciolo con le taverne di pesce e le barche attraccate. Il villaggio di Assos è situato nel punto più stretto della piccola penisola omonima. In questa località si trova un castello veneziano (ostregheta) costruito verso la fine del XVI secolo che, però, è quasi diroccato. Abbiamo tentato nell’impresa di raggiungerlo (un’ora di camminata prevista), ma un po’ per il caldo tremendo e un po’ per la strada che era stata lastricata da poco (e non era ancora conclusa) ci siamo arrestati ad un centinaio di metri dalla partenza. In compenso abbiamo scattato numerose foto e anche raccolto delle pignette che erano cadute dagli alberi. La zona era molto caratteristica con il mare cristallino e oleandri-bouganville in ogni casa.


La nostra tappa successiva è stata la spiaggia di MYRTOS, la più bella dell’isola e, come molti dicono, tra le più belle d’Europa.

           

La spiaggia qui è ghiaiosa (bianca) e quello che ci ha particolarmente colpiti è stato sia il fatto che il parcheggio non fosse a pagamento (= quello della macchina) sia il fatto che la spiaggia fosse libera e accessibile a chiunque… anche ai nudisti. Come dice la nostra Guida Turistica, ovvero un libricino della Adams Editions comperato giorni fa, Myrtos sembra un paradiso terrestre… come dargli torto? Sei libero di distenderti dove vuoi senza il vincolo di fastidiosi ombrelloni e lettini a pagamento, l’acqua è trasparente e limpida, i primi vicini di asciugamano ce li hai a 300 m. di distanza (almeno a luglio) e puoi sederti sui ciottoli bianchi a ridosso del mare per prendere il sole: un sogno! Spiaggia libera, selvaggia, naturale! Per chi preferisse, però, adagiarsi su comodi lettini e usufruire dell’ombra, in una delle due estremità dell’isola c’è un minuscolo stabilimento a disposizione.
Appena arrivati a Myrtos il tempo non sembrava promettere nulla di buono, infatti, c’erano grandi nuvoloni neri ed è caduta anche qualche goccia di pioggia. Giusto il tempo di cantare “Sol sol vien che te voio ben, piova piova va che nisun te ga ciamà” ed ecco che S. Gerasimo, ascoltando le preghiere di noi pazzi, ha allontanato le nuvole facendo venir fuori un tempo meraviglioso. Crema con protezione 10 alla mano (l’abbiamo aumentata dopo esserci scottati) e via noi ad abbronzarci più che mai!


La nostra sosta pomeridiana è durata fino alle 18.10 circa, momento nel quale, dopo aver preso le nostre cose (anche i vasetti con i sassolini e le conchiglie) ci siamo diretti verso l’albergo (con una bella bottiglia di acqua fresca comprata al baracchino della spiaggia). Arrivati alla periferia di Argostoli abbiamo notato, stupefatti, che le rotonde funzionano al contrario rispetto alle nostre: chi viene da destra ha la precedenza su quelli che girano intorno alla rotonda. Grande confusione e bel casino.
In quest’isola per certi versi dimenticata da Dio (ma non da S. Gerasimo!!!) e dal turismo troviamo la LIDL: un miraggio! Abbiamo fatto una sosta anche qui e la disposizione del negozio era tale e quale alle nostre, praticamente come essere a casa in qualsiasi posto del mondo!



Tornati in hotel a Svoronata abbiamo rivisto Cappuccina e la abbiamo dato due pezzetti di pane e dell’acqua. Per cena ci aspettava la MOUSSAKA, ovvero un piccolo pasticcio simile alla parmigiana di melanzane, patate e ragù. Fin’ora il cuoco dell’hotel ci ha fatto assaporare le seguenti specialità greche:

- TSATSIKI (salsetta a base di yoghurt, cetriolo, aglio e paprika)
- DOLMADAKIA (involtini di foglia di vite ripieni di riso)
- TIROPYTA (pasta sfoglia ripiena di formaggio caprino)
- YOGHURT con il MIELE e numerose confetture di marmellata fatte in casa e servite su ciotole di vetro a colazione.

 
PS: girando per i vari negozi di Argostoli e Fiskardo abbiamo visto che in giro si trovano bei souvenirs… dal tessile (abbigliamento in fibra naturale, lana di pecora, tappetini per la casa, canovacci e presine per la cucina, tovaglie decorate a mano…) all’artigianato in legno e ceramica. Cosmetici a base di olio di oliva (ne abbiamo fatto una scorpacciata, ve li consigliamo!), spezie, dolciumi, miele e vino.

 
7° giorno: Lourdata, Skala, Poros…

La nostra esplorazione di Cefalonia oggi si è spinta verso la parte sud-orientale dell’isola. Prima tappa effettuata: Monastero della PANAGHIAN “TON SISSION” che, secondo la tradizione, fu fondato da S. Francesco D’Assisi. Ovviamente ci aspettavamo un palazzo enorme e sconfinato o qualcosa di simile ai monasteri che troviamo in Italia. Bene, nulla di tutto questo! Dopo aver confuso “Ton Sission” con una chiesa ortodossa lungo la via, ci siamo resi conto che per arrivare a destinazione dovevamo percorrere una sorta di mulattiera. Forse al posto della Matiz ci serviva un 4X4. Arrivati in fondo alla via ecco un rudere abbandonato nella sterpaglia e visibilmente decadente a causa dello stato di conservazione e del terremoto del 1953 che ha distrutto tutta Cefalonia. In seguito a qualche foto di rito, siamo ripartiti verso KATELIOS passando per VALERIANO, THIRAMONAS, ANO e MOUNTA… lasciamo immaginare le battute durante il tragitto in macchina. Poco prima di entrare nella cittadina abbiamo visto per strada un centro chiamato THE KATELIOS GROUP che si occupa della ricerca e protezione delle tartarughe marine/terrestri e degli altri animali presenti sul territorio. Entrando nel giardino del centro di ricerca, bisognava effettuare un percorso il quale dava utili suggerimenti su come aiutare le tartarughe e non causare loro disagi/problemi anche in maniera involontaria. Per esempio: lo sapevate che le tartarughe appena nate seguono il riflesso della luna sul mare per andare al largo? Infatti uno dei suggerimenti forniti era di non “ingannare” le tartarughine con luci artificiali come torce e simili. In questo centro abbiamo trovato un volontario di Bologna che ci ha dato informazioni utili su come vederle (ad Argostoli) e dove (ore 10.30 della mattina quando i pescatori sono in sosta al porto).



KATELIOS è una tipica cittadina di pescatori anche se nella nostra visita abbiamo visto solo e soltanto taverne (una decina in 500 m.). La spiaggia vicino al centro è abbastanza carina anche se abbiamo preferito spostarci per il bagno nella spiaggia di S. BARBARA che è leggermente più avanti.
Ad una decina di chilometri da Katelios abbiamo visto la cittadina di SKALA: qui la spiaggia è molto ampia, bella ed il mare è pulito e limpido. In tale zona sono stati rinvenuti nel 1957 dei resti di una villa romana con notevoli mosaici che avviamo prontamente immortalato con le nostre macchinine fotografiche.

Procedendo nel nostro tragitto siamo arrivati nelle vicinanze di POROS: la spiaggia è a dir poco incantevole e ad ogni baia ci sono ciottoli chiari, sabbia e oleandri che crescono selvaggi. All’interno di una baia spuntano in mezzo al mare una specie di faraglioni che, essendo erosi dall’acqua alla base, sembrano dei giganteschi funghi. Poros dicono sia uno dei più frequentati villaggi turistici dell’isola anche se, almeno visitandola di giorno, non abbiamo visto nulla di tutto ciò. Ci aspettavamo qualcosa di più caratteristico o perlomeno simile a Skala dal punto di vista architettonico. La visita a questa cittadina non ci ha soddisfatti granché se non per la meravigliosa natura che la circonda.

 
8° giorno: Monastero S. Gerasimo, Grotte di Drogarati, Karayomylos, Grotta lacustre di Melissani, Haghia Effimia, Sami, Spiaggia di Antisamos.

Lasciata Svoronata, a Mazarakata abbiamo incontrato alcuni resti di una NECROPOLI MICENEA interamente scavata nella roccia: davvero uno spettacolo. Una capatina merita. Unica nota: degrado assoluto del baracchino delle informazioni e del cancello di accesso.
La nostra prima tappa odierna è stata il MONASTERO DI SAN GERASIMO (nella vallata di Omala vicino alla cittadina di Valsamata), patrono di Cefalonia (come detto prima) che si pensa abbia curato numerosi malati di mente… ecco perché abbiamo pensato di fare una capatina qui… Scherzi a parte! Abbiamo avuto la fortuna di assistere alla messa domenicale (trasmessa in diffusione con megamegafoni fuori dal monastero) e di vedere le spoglie del Santo conservate nell’attuale Chiesa all’interno di un contenitore di vetro in un’urna d’argento.



GROTTE DI DROGARATI: si trovano nei dintorni di Sami e con la loro disposizione danno origine ad una camera enorme con stalattiti e stalagmiti dall’acustica perfetta, dove si tengono anche dei concerti (o “festini buei”, come dise el venesian). La cassiera all’entrata delle grotte ci ha detto che la temperatura all’interno non era eccessivamente fredda, ma portatevi una sciarpettina che sta sempre bene.



KARAYOMYLOS: in questa cittadina vanno a finire le acque del mare che cadono nei KATAVOTHRES di Argostoli. Praticamente si tratta di una sorgente con acqua salmastra perché durante il percorso di mescola con acqua piovana. Abbiamo visto un piccolo mulino funzionante e anche dei cigni oltre alle innumerevoli taverne anche qui presenti.

GROTTA LACUSTRE di MELISSANI: uno spettacolo della natura! Gran parte del soffitto della grotta è crollato durante il terremoto del ’53 e questo ha permesso ai visitatori che oggi vi si recano di ammirare dall’alto e dall’interno della grotta stessa (tramite barchette di 15 persone l’una) un meraviglioso spettacolo di tonalità cromatiche dell’acqua soprattutto nelle ore meridiane quando il sole è a picco. Quando ci siamo andati noi per fatalità? Alle 13.00… Uhm.. ed è stato qualcosa di stupefacente!



Mentre eravamo sulla barchetta di Melissani il Nocchiero ci ha chiesto di dove eravamo e sentendo “Italy” ha esclamato “Oh, italiano!” e ha cominciato a darci tutte le informazioni nella nostra lingua. Inoltre, senza che noi glielo chiedessimo si è proposto per farci una foto che è pure venuta bene… Una signora che era “nella nostra stessa barca” sentendo che eravamo italiani ha esclamato “2 razze, 1 faccia” intendendo che greci e italiani sono simili. La strage della Divisione Aqui, infatti, è ancora ricordata da molti… ma di questo parleremo più avanti dedicando il giusto spazio.

HAGHIA EFFIMIA: grazioso villaggio costiero con un bel mare e grande movimento estivo. Infatti, i forni e le taverne sono innumerevoli, gli yacht attraccati al porto stupefacenti e i ragazzetti che si tuffano in acqua dal molo simpaticissimi.
SAMI: ridente villaggio turistico ricco di negozi e taverne che gode dal 2000 la fama di essere stato set per il film “Il mandolino del capitano Corelli” interpretato da Nicholas Cage e Penelope Cruz. Inoltre, è anche un porto di mare importantissimo perché collega Cefalonia ad Itaca, Patrasso, Iugomenitza e moltissime altre località (compagnia Agoudimos). Il punto più importante, però, è sicuramente la SPIAGGIA DI ANTISAMOS: qui c’è un ampio parcheggio, numerosi baracchini, la possibilità di praticare sport acquatici ed, inoltre, si è liberi di scegliere la spiaggia attrezzata con ombrellone e sdraio oppure optare per la spiaggia libera. Ovviamente la nostra scelta è andata sulla seconda opzione… il problema odierno, però, oltre ai ciotoloni enormi e appuntiti sulla spiaggia che rendevano lo stare a prendere il sole un po’ scomodo, era che il vento fortissimo e incessante ci scaraventava addosso cumuli di terriccio rosso come fossero frustate. Esito? Asciugamani zozzi e noi peggio di loro. Dopo due ore e mezzo di questo martirio abbiamo deciso di tornare sulla via di casa e tuffarci un po’ nella piscina dell’albergo (dopo una doccia esterna ovviamente). Non immaginate che sollievo nel sentire il corpo tornare in condizioni decenti. Ahimè, non possiamo dire lo stesso degli asciugamani che, nonostante il tentativo di lavaggio, portano ancora addosso le sferzate del vento. Peccato ci fosse questo tempo ad Antisamos… comunque la spiaggia è veramente bella. Non è certo Myrtos, ma ne vale veramente la pena!


PS: chicca della giornata… la località dal nome più strano è stata TROIANATA che ha vinto il primo premio!
Καληνύχτα (= Buonanotte) a tutti e speriamo che il Capitano Corelli abbia smesso di suonare il suo mandolino altrimenti non ci farà dormire…

 
9° giorno: LIXOURI, LEPEDA, XI, PETANI

Stamattina niente Kalimera… ore 7.00 della mattina: TOC TOC TOC… e TOC TOC TOC… e TOC TOC TOC… qualcuno stava incessantemente (s)battendo alla nostra porta. Che sarà successo?!? Deborah corre ad aprire la porta e si trova davanti una signora che inizia a parlare a raffica in greco… poi… accortasi di essere nella stanza sbagliata si allontana un po’ per controllare il numero. Pensate che abbia chiesto scusa per averci praticamente buttato giù dal letto?!?! Cosa pensava facessi a quell’ora, tagliassi l’erba dell’hotel?! Ah ste greghe del pippio!
Ormai svegliatici di soprassalto, ci alziamo per andarci a vestire. Scesi a fare colazione troviamo la sala da pranzo assediata da signori greci che arrivano a ripetizione come gli Unni all’attacco… stracciano il cibo dopo averne preso a mucchi abbandonandolo nei piatti come trofeo della loro conquista, spargono caffè e miele per lasciare le loro tracce e scassinano il tostapane per incutere timore. Insomma: gli Unni all’atto in confronto erano pippe! A quel punto avevamo capito che la signora che aveva bussato alla nostra porta probabilmente cercava la sua amica di merenda per invitarla alla colazione…. Grrrr!!!
Dopo questa serie di avvenimenti mattutini nel giro di un’ora e mezza, il resto della giornata è proseguito nel migliore dei modi. Ci siamo diretti ad Argostoli e con nostra grande sorpresa siamo riusciti a vedere una TARTARUGA di mare che andava a mangiare il pesce lanciato nell’acqua del porto dai pescatori! Vi consigliamo di recarvi verso le 10 di mattina circa nella zona portuale del capoluogo e potrete incontrare molte tartarughe in attesa di cibo… Verso le 10.30 circa abbiamo preso il ferry boat per andare a LIXOURI, la seconda città per grandezza e importanza di Cefalonia. Una volta saliti a bordo ci siamo fatti posizionare a prua pronti per uscire una volta arrivati a destinazione. I biglietti (2,30 euro a persona + 3,50 euro per il mezzo) si fanno a bordo e lo spreco di carta è immenso: 3 biglietti per ogni persona + 3 biglietti per la macchina. Una sola fila di tali biglietti vengono staccati dai controllori e, praticamente, ci sono restati in mano (per l’andata e il ritorno) 12 biglietti, una cosa spropositata. Da notare che il controllore passava pochi minuti dopo l’addetto alla biglietteria. Altro spreco… va beh, Cefalonia è anche questo.
30 minuti di traghetto ed eccoci arrivati a LIXOURI, capoluogo della penisola di Paliki: cittadina moderna e portuale con supermarket, le solite taverne e tanti negozietti per l’acquisto dei souvenirs. Lasciato il posto dopo una breve visita, ci siamo gettati alla ricerca di LEPEDA e XI entrambe di sabbia/terriccio rosso. Per vari motivi tra cui quello di non inzozzarci ulteriormente gli asciugamani, i vestiti e la macchina abbiamo deciso di non fermarci per fare il bagno. Tutto sommato le spiagge erano abbastanza piccole e congestionate/affollate dai bagnanti con ombrelloni e sedie a sdraio. Comunque Xi è una delle più belle e caratteristiche spiagge di Paliki con la sabbia rossa e le acque molte pulite… certamente una visita la merita come merita anche prendere un po’ di sabbietta per metterla in un vasetto ricordo (vi assicuriamo che tornare a casa con 6 vasetti contenenti sabbia e ciottoli delle varie e diverse spiagge di Cefalonia fa rendere conto di quanto l’isola sia variegata e ottima per tutti i tipi di gusti!).



Successivamente ci siamo diretti verso KIPOUREON trovando per la strada una capretta che allattava il suo piccolo: uno spettacolo tenerissimo. Il resto della giornata l’abbiamo trascorso in una baietta di PETANI: DA FAVOLA! Dopo una scarpinata tra gli scogli siamo arrivati in questa baia ciotolosa, meravigliosa e come sempre deserta. Gli asciugamani praticamente non servivano: ci siamo distesi direttamente sulla battigia e lì siamo rimasti come balenottere spiaggiate.
In albergo ci aspettava la “serata greca”: sirtaki e cibo tipico. Dovevate vedere quanti “giovani” vecchietti danzavano il loro ballo caratteristico come avessero vent’anni.

 
10° giorno: Museo ecclesiastico bizantino, Castello di S.Giorgio, Ai Helis Beach, Avythis Beach, Trapezaki Beach, Lourdata beach

 

Ed eccoci giunti al nostro decimo giorno di permanenza a Cefalonia. Durante la mattinata abbiamo fatto qualche giretto nei dintorni di Svoronata e siamo andati a visitare il MUSEO ECCLESIASTICO BIZANTINO vicino al Monastero di S. Andrea. Lì dentro c’era un po’ di tutto: pale d’altare, vestiti, utensili, oggetti ecclesiastici. Questo museo è stato istituito per inserirvi tutti quegli oggetti ricavati dalle varie rovine delle chiese a Cefalonia dopo il terremoto del 1953. Monastero e Museo si trovano nelle vicinanze di MAZARAKATA dove c’è anche il cimitero miceneo di cui dicevamo sopra.
Successivamente a questa visita ci siamo diretti alle rovine del CASTELLO di S.GIORGIO che ha una pianta poligonale con un perimetro di 600 m. ed occupa una superficie di 16.000 mq. Nell’area si conservano costruzioni che rappresentano tutti i periodi della storia del castello: spalti con feritoie e vedette, rovine di chiese, cisterne con i blasoni dei nobili veneziani, magazzini ed i resti di un ponte che collegava gli spalti, al di sotto del quale c’era una galleria-uscita di sicurezza che sboccava nella laguna di Koutavos. Nel vedere il castello da lontano sembra che al suo interno non ci sia nulla, in realtà c’è molto da vedere…




Dopo la visita delle spiagge di AI HELIS, AVYTHOS E TRAPEZAKI (spiagge che non facevano per noi in quanto non accessibili in macchina e troppo commerciali/affollate) troviamo LOURDATA BEACH che fa proprio al caso nostro: parcheggio buono, mare ottimo, spiaggia per metà sabbiosa e metà ciotolosa… ottima per qualche oretta di sole e bagno! Abbiamo anche trovato dei racchettoni per giocare al mare dimenticati sulla spiaggia…

 
11° giorno: Katavothres, Faro degli Haghii Theodori, Monumento dei Caduti della Divisione Acqui, Myrtos Beach, Museo della Divisione Aqui

Questa mattina dopo aver preso due bevande al nostro solito supermercato di fiducia, Sagittarius, abbiamo deciso di farci un giretto nella periferia di Argostoli perché c’erano ancora alcune cosette che non avevamo visitato…
Innanzitutto i KATAVOTHRES (“mulini di mare”), ovvero dei bacini d’acqua salata che, dopo aver raccolto l’acqua la trasportano fino a KARAVOMILOS di Sami, una località vicino a Melissani e Drogarati che siamo andati a vedere qualche giorno fa. Praticamente quest’acqua, un po’ come il Timavo dalle parti di Trieste, scorre sott’acqua attraversando l’isola. Sopra ai Katavothres hanno costruito un locale ultra chic con specchi, vetrate, palme, un ponticello e delle piccole stradine che girano attorno ai bacini d’acqua: una costruzione che contrasta parecchio con il fenomeno naturale, ma che comunque è molto caratteristica.



FARO degli HAGHII THEODORI: costruzione rotonda che assomiglia un po’ alla Casa Bianca e dà una conformazione romantica al luogo soprattutto durante il tramonto. La vista da quel punto è spettacolare: il mare a 180°, scogli, traghetti di passaggio, barchette… una meraviglia…



Procedendo lungo la strada abbiamo notato un’indicazione riguardante il Monumento dei Caduti della Divisione Italiana Acqui. L'eccidio di Cefalonia e di Corfù fu compiuto da reparti dell'esercito tedesco in danno dei soldati italiani presenti su quelle isole alla data dell'8 settembre 1943, giorno in cui fu reso pubblico l'armistizio di Cassibile, che sanciva la cessazione delle ostilità tra l'Italia e gli anglo-americani. La guarnigione italiana di stanza nell'isola greca subì pesanti perdite in combattimento, nonché massacri e rappresaglie nonostante la resa incondizionata. I superstiti furono quasi tutti deportati verso il continente su navi che finirono su mine subacquee o furono silurate, con gravissime perdite umane. Giunti al monumento, ci siamo trovati davanti ad una sorta di altare con una croce e tre bandiere: greca, italiana ed europea. Ai lati c’erano riportate le città dove vi erano stati i combattimenti e, purtroppo, i morti, mentre al centro erano riportate le quote dei soldati/ufficiali dispersi in mare, morti in combattimento e trucidati. Esperienza emozionante. A condividere con noi quel momento di… commozione… c’erano 3 coppie di camperisti che abbiamo scoperto essere venete, di Dolo e Padova. Abbiamo chiacchierato un po’ e poi ci siano congedati per riprendere la nostra marcia verso Myrtos Beach.




Come al solito la spiaggia era incantevole con i suoi ciottoli bianchi, ma il mare a tratti era sporco di mucillagini perché nella notte un temporale aveva un po’ sconquassato i fondali marini che evidentemente ne hanno risentito di giorno. Nonostante ciò Alessandro è riuscito a vedere dei bei pesciolotti nuotare sott’acqua… In spiaggia ci siamo rilassati prendendo molto sole, facendo il bagno e ci siamo divertiti giocando a racchettoni e… guardando i nudisti esibizionisti a pochi metri di distanza da noi. Evitiamo i commenti. All’interno della baia di Myrtos erano ferme parecchie barche a vela, una delle quali (che sembrava la Perla Nera del Capitan Sparrow) portava la bandiera turca e sembrava aggirarsi minacciosa come una barca dei pirati. In realtà erano solo ricchi turisti.
In serata siamo ritornati ad Argostoli per comprare gli ultimi souvenirs dal momento che il giorno dopo non avremmo più avuto la macchina a disposizione. A circa metà del Lithostroto abbiamo visto il Museo della Divisione Acqui. Lì era possibile osservare foto dell’epoca, leggere stralci di vecchi libri, vedere gamelle, elmetti e quant altro è stato ritrovato. Erano presenti le foto di dove sono stati trucidati i soldati italiani per mano tedesca. Su uno dei tavoli all’interno del Museo c’era un libro per le firme dei visitatori che partiva dal 2002… una visita è assolutamente d’obbligo! Vi consigliamo vivamente di esserci…
PS: non vediamo Cappuccina ormai da tre giorni, ma al suo posto è arrivato un gattino che gira per i tavoli miagolando in cerca di cibo… è un furbone!


12° giorno: Minias Beach, Lourdata Beach

Oggi ci siamo alzati stanchi morti pur avendo riposato durante la notte. Subito dopo colazione siamo andati a vedere MINIAS BEACH formata da una serie di baie con spiaggia sabbiosa e ciotolosa. Due punti negativi: le alghe presenti su tutti il bagnasciuga e la presenza dell’aeroporto a neanche 330 metri di distanza. Stando così la situazione abbiamo preferito ritornare a Lourdata dove abbiamo fatto diversi bagni, preso il sole e ci siamo rilassati. Alle 15.00 abbiamo riportato indietro la nostra “Verdina”, la macchina che ci ha accompagnato durante la visita delle parti più disparate di Cefalonia. Per quanto piccola e con 600 di cilindrata c’ha portato dappertutto in questa settimana (720 chilometri). La signora a cui abbiamo riportato la Matiz ci ha chiesto quale fosse il posto più bello che avessimo visto… “Myrtos” in assoluto è stata la nostra risposta e lei ci ha detto che nel 1996 è stata considerata la più bella isola del mondo. Chissà se è vero… non lo sappiamo, ma comunque è favolosa.
Una volta riconsegnata la macchina e rattristatici momentaneamente per la mancanza, anche del non poter andare più in giro autonomamente, siamo andati in piscina per farci un bel tuffo e rinfrescarci un po’.
Serata in riva… alla piscina illuminata a giorno e davanti ad un tramonto spettacolare!


 

13° giorno: penultimo giorno

Ed eccoci arrivati a venerdì 17… praticamente il penultimo giorno di permanenza a Cefalonia… uff non vorremmo più andarcene da qui! Che tristezza, che amarezza.. come direbbe Cesare Cesaroni. Tutt’oggi siamo stati in piscina a nuotare ed abbronzarci (siamo dei baccoletti), inoltre Ale è diventato il Mago dei Sudoku da Spiaggia, mentre io ho quasi finito di leggere “Diario di una schizofrenica”… leggera come lettura estiva per una psicologa…
Verso le 13.00 ci siamo presi un mega gelatone al POOL BAR o TAVERNA dell’hotel… e a cena, oltre alle tante pietanze, c’era anche la pizza, fatta molto bene a dispetto di ciò che pensavamo.
Purtroppo oggi non abbiamo molte cose da raccontare, quindi, ci limiteremo al gossip nostrano: abbiamo contato le foto scattate in 2 settimane… circa 500!! Clap clap clap!

 
14° giorno: ultimo giorno a Cefalonia

Siamo tanto tristi oggi… è il nostro ultimo giorno in questa splendida isola. Sigh Sob!! Domani sveglia alle 06.30 e partenza dall’Hotel Irinna alle 07.35. Il volo dovrebbe essere alle 09.35 e l’arrivo è previsto alle 10.20 ora locale di Ronchi dei Legionari (GO). Abbiamo appena saputo che a Trieste fa freddo ed è piovuto tutta la notte… calcolando che qui a Cefalonia non abbiamo mai trovato un giorno di brutto tempo, il rientro sarà da shock. Già ci vedo: tutti abbronzati in maniche corte che scendiamo dall’aereo mentre il tempo intorno è pessimo… OH, quasi quasi restiamo qui noi!
In questo momento stiamo preparando le cose da mettere in valigia: speriamo non pesino più dei 20 kg. Previsti.
Ora vi salutiamo con una lacrimuccia e sperando siate stati bene con noi vi salutiamo per trovarci alla prossima avventura. Grazie a Cappuccina e a tutti i nostri compagni di viaggio…

 
γειά σου!





 


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